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MODA 24: LE SANZIONI DELLA UE PREOCCUPANO INDUSTRIA E COMMERCIO. IL COMMENTO DI RENATO BORGHI
15/09/2014 / Federmoda Italia
Su Moda24 de il Sole 24 Ore è stato pubblicato il 13 settembre 2014 un articolo su "Le «sanzioni» dell'Unione Europea contro Mosca preoccupano industria e commercianti" con le dichiarazioni del Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi. Per Gianfranco Di Natale, Direttore Generale di SMI - Sistema Moda Italia: «Su un fatturato globale delle nostre aziende che è poco superiore ai 50 miliardi di euro, e che quest'anno puntiamo ad aumentare di un paio di miliardi, oltre il 52-53% arriva dall'export, circa 26-27 miliardi. Di questi oltre due miliardi arrivano dallo scambio con la Federazione russa e quindi si tratta di una cifra considerevole. Almeno la metà delle oltre 1.200 imprese nostre associate hanno un rapporto occasionale o continuo di scambio con quel Paese. Nel primo semestre 2014 i dati del centro studi dello Smi danno una flessione del -7,7% dell'export del tessile-abbigliamento-moda verso la Federazione. Sono appena tornato da Mosca dove abbiamo partecipato ad un'importante fiera del settore che ha visto le nostre aziende spiccare come importanza, e ho potuto toccare con mano che non ci sono indicazioni, per ora, di "controsanzioni", ma il tema va seguito con attenzione. Abbiamo sentito parlare di restrizioni sull'automotive ma per il nostro settore non abbiamo avuto riscontri». Se davvero venissero introdotte sanzioni sul tessile-abbigliamento-moda per noi sarebbe un problema ma anche per loro. Oggi in Russia tantissime persone lavorano nell'import di prodotti del comparto, a Mosca ci sono tantissimi magazzini che lavorano e vanno avanti solo con quest'attività».
Osserva da vicino la crisi con la Russia anche Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, la più importante organizzazione di rappresentanza del dettaglio e ingrosso dei settori abbigliamento, tessile arredamento, pelletterie: «E' logico che le reazioni russe alle sanzioni imposte dalla Ue preoccupino, e non poco, anche i nostri imprenditori. I turisti russi sono notoriamente amanti del made in Italy e della qualità dei prodotti venduti nei nostri negozi di abbigliamento, calzature ed accessori. Sono una risorsa essendo, per numero di acquisti, i top spender in Italia. Le spese dei russi, infatti, rappresentano quasi il 30% di tutte quelle sostenute dai turisti stranieri, anche se la difficile situazione ha già fatto registrare nei primi cinque mesi del 2014 un calo del 13%. Un calo fortunatamente compensato dagli acquisti dei cinesi, che sempre secondo i dati di Global Blue sul tax free -conclude Borghi- sono in crescita del 18%.
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